Il 2016 è ormai iniziato da un pò e per chi vuole avviare una nuova attività di lavoro autonomo, occorre fare il punto sulle regole che riguardano le Partite Iva.

Avviare una qualunque attività ha dei costi (acquisto beni strumentali, acquisto di merci, affitto, utenze, carburante ecc.) ai quali non ci si può sottrarre, tra i quali una voce importante hanno i costi di carattere Erariale.

Partiamo con lo specificare che accanto al regime ordinario, dal 2016 è possibile rientrare in un regime di vantaggio chiamato Forfettario; la finalità è quella di agevolare la nuova imprenditoria attraverso la leva fiscale: in pratica l’Erario rinuncia a parte delle sue entrate per favorire l’apertura di nuove attività economiche.

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Il registro dei costi di natura fiscale per aprire la partita Iva si compone principalmente dei seguenti capitoli:

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  • Consulenza del commercialista e costi di apertura Partita Iva (in genere nella parcella professionale vengono sommati anche i bolli ed i diritti camerali);
  • Contributi INPS;
  • Contributi INAIL se previsto per il tipo di attività;
  • Imposte dirette e indirette.

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E’ proprio su questo ultimo punto che operano i vantaggi del regime forfettario.

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Ad ogni tipo di attività l’Istat attribuisce un codice (ATECO) a cui è associato un ricavo “soglia” (limite massimo di fatturato) ed un coefficiente di redditività: in pratica le varie attività possono fatturare fino al limite soglia a pena di uscire dal regime di favore.

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L’imposta sostitutiva (ossia che sostituisce Iva, Irpef e addizionali) si calcola sottraendo dal reddito (fatturato effettivo x coefficiente di redditività) solo i costi derivanti dal versamento dei contributi previdenziali INPS (nessun altro costo è ammesso in deduzione) ed a questo imponibile si applica l’aliquota del 15%.

Questo regime forfettario non prevede una scadenza e per particolari tipologie di attività (definite Start-up) si applica la ritenuta del 5% per i primi 5 anni prima di passare alla aliquota sostitutiva del 15%.

Oltre alle soglie di fatturato esistono altri requisiti per rimanere nel regime fiscale forfettario: le attività possono scaricare costi per il personale fino a 5.000,00 euro e acquistare beni strumentali fino al limite dei 20.000,00 euro.

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Quindi conviene sempre scegliere il regime forfettario per mettersi in proprio e aprire Partita Iva nel 2016?

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All’apparenza si ma non è sempre vero. Il regime forfettario è da preferire se si svolge una professione senza ausilio di collaboratori e se si hanno volumi relativamente bassi, ma se i costi presunti sono molto elevati allora la convenienza potrebbe spostarsi sul regime ordinario perchè con esso tutti i costi inerenti sono deducibili dai ricavi.

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Con Il regime ordinario si ha la possibilità di usufruire di varie tipologie di detrazioni e deduzioni che abbattono l’importo da pagare (cosa che non è prevista nel regime forfettario che ha l’aliquota sostitutiva fissa).

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In conclusione è sempre consigliabile affidarsi ad un consulente che possa aiutarvi a valutare quale regime è meglio adottare.

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Team Giobby