Il passaggio dal mercato locale alla globalizzazione

A volte, viene ricordato con nostalgia il piccolo paese con la sua microeconomia, il fornaio, il giornalaio, il fruttivendolo. “Times they are a changin”, cantava qualcuno: i tempi sono cambiati e il mercato prettamente locale è diventato “glocale” (un connubio dato da globalizzazione e locale).

Nel 1983, Theodore Levitt pubblicò un articolo molto provocatorio sull’Harvard Business Review intitolato “La globalizzazione dei mercati”, in cui sosteneva che era appena nato un nuovo mercato globale, basato su prodotti e servizi uniformi. Continuava dicendo che compagnie operanti su larga scala avevano smesso di dare rilievo alla personalizzazione delle loro offerte per rispondere invece con prodotti globalmente standardizzati perché considerati migliori, più funzionali e affidabili ma soprattutto a basso costo.

Il termine globalizzazione fu coniato infatti proprio da lui nel suddetto articolo.

Stiamo parlando di 35 anni fa quando si è dato un nome a questo processo di unificazione del mercato delle regioni del mondo (o perlomeno di quelle sviluppate), per le grandi aziende è stato più facile integrarsi a questo nuovo modo di pensare, le strategie di mercato si sono andate piano piano riallineando forti dei propri brand globalmente conosciuti…ma per le piccole imprese?

Il processo della globalizzazione non è stato positivo per tutti, chi è riuscito a resistere ha dovuto adattarsi.

Sono subentrati mezzi per permettere a chiunque avesse un’azienda propria – e non solo – di vendere abroad, oltre i confini della propria nazione; sono nate le piattaforme eCommerce che poi si sono ulteriormente sviluppate in B2B e B2C, dove ormai facciamo acquisti quotidianamente; da una gestione manuale si sta evolvendo verso una di tipo digitale.

In questo, il gestionale cloud (multilingua) ha dato una svolta positiva nella semplificazione della contabilità d’azienda e della fatturazione anche estera. Avere un supporto accessibile da qualunque parte del mondo fa sentire al sicuro.

Sarà sempre come giocare in casa. Tutto il mondo è paese, tutto il paese è mercato.